Il Paradosso delle affermazioni smentite dai Fatti. Lo Strano caso delle Diagnosi Energetiche Obbligatorie!
E' risaputo che il decreto 102/2014 introduce l'obbligo per talune aziende ad eseguire una verifica delle proprie prestazioni energetiche. L'audit, oltre a riportare la situazione dei consumi energetici, deve fornire indicazioni sugli interventi possibili per ridurli, con tanto di valutazioni economiche, in modo da fornire agli interessati gli elementi necessari a valutare e favorire l'implementazione di azioni volte all'efficientamento energetico. Come ogni copione che si rispetti, anche questa volta ci sono voluti diversi interventi successivi all'emanazione per chiarire agli operatori come effettuare correttamente questo adempimento.
Se la difficoltà interpretativa in prima battuta ha impattato sugli operatori, a seguire ha prodotto effetti anche sull'utente finale che si è trovato di fronte a mille offerte, con meccanismi di esecuzione del lavoro e prezzo completamente diversi.
AssoEGE l'Associazione Esperti in Gestione dell'Energia ha pubblicato le "Linee Guida per la Formulazione di una proposta Commerciale per la Diagnosi Energetica nel Campo Civile ed Industriale" per aiutare tutti a farsi un'idea di quale debba essere, grosso modo, un costo accettabile di tale servizio. Potete leggerlo e scaricarlo qui.
E' un documento molto utile che dovrebbe aiutare tutte le persone all'interno dell'azienda a decidere a chi affidarsi per questo importante compito.
Ma dove sta il Paradosso? Il Paradosso sta nella realtà delle cose. Escludendo quelle Aziende dove esiste una competenza in questo campo (poche), in tutte le altre (tante) questo adempimento viene vissuto come l'ennesimo balzello burocratico e costo che si va ad aggiungere agli altri e che toglie competitività.
In un caso concreto, di cui mi guardo bene di fare il nome ma posso indicare alcuni parametri economici: Fatturato superiore ai 200 Milioni di €, più di 250 dipendenti con un consumo energetico vicino ai 20 Milioni di KWh. Sono soggetti obbligati e quindi si inizia a discutere di DEO. Azienda complessa con più stabilimenti, necessità di creare dei cluster rappresentativi, ecc.
L'intento è quello di eseguire un buon lavoro, perchè al di là di tante dichiarazioni, fare efficienza energetica a questi livelli porta a dei benefici tangibili. Quindi le dichiarazioni sono di volere un lavoro di qualità dove il prezzo è considerato meno importante rispetto alla qualità. Il Paradosso è questo; la scelta è ricaduta su un Fornitore di tutto rispetto (evito il nome per pudore, ma si tratta di importante azienda italiana che si occupa di telefonia ... si, avete capito bene) che, in barba alle disposizioni e chiarimenti degli organi istituzionali sulla modalità di esecuzione e al documento pubblicato da AssoEGE, ha presentato un preventivo scandalosamente più basso di tutti gli altri competitors. La motivazione della scelta è stata: "ma, sa ... i momenti sono quelli che sono, bisogna guardare anche queste differenze"
Risultato finale, le aziende per tramite delle persone che devono decidere e che spesso non hanno la competenza necessaria per farlo, dichiarano che vogliono la qualità e poi scelgono con il driver del Prezzo. Così facendo perdono di vista il vero risultato delle DEO e lasciano "per strada" i vantaggi che se ne conseguono dopo ovvero nella successiva fase di implementazione. La diagnosi energetica, infatti, se fatta bene, può e deve essere il primo passo per rendere più efficiente e più competitiva un'azienda. Marco Chiesta dell'Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano, ha affermato che in alcuni casi, con interventi di risparmio energetico, che si ripagano in poco più di un anno, un'azienda può guadagnare fino al 16% sul margine EBITDA.
La DEO è un'opportunità!
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