Rapporto 2015 dell'Autorità sui Certificati Bianchi
Evitare di definire nuove schede
tecniche, preservare le piccole realtà e arginare eventuali comportamenti che
possano alterare il funzionamento del mercato: questi alcuni tra i principali
suggerimenti dell'Autorità per il futuro del meccanismo dei TEE.
Con il Rapporto 309/2015/I/efr,
relativo allo "Stato e prospettive del meccanismo dei titoli di efficienza
energetica", l'Autorità "fornisce analisi e commenti in merito
all'evoluzione del meccanismo, a partire dalle quali vengono esposte
considerazioni relative al mercato e alle strategie degli operatori".
Titoli
in aumento
I dati resi disponibili dal Gestore
dei Servizi Energetici con il Rapporto annuale sul meccanismo dei Certificati
Bianchi, pubblicato il 25 maggio 2015 (per maggiori informazioni, vedi i
Riferimenti in basso), indicano che, dal 2005 (anno di inizio del meccanismo) e
fino a dicembre del 2014, sono stati emessi circa 31,2 milioni di titoli.
Nel corso del solo 2014 sono stati
emessi circa 7,5 milioni di titoli, di cui meno di un milione correlati a
Richieste di Verifica e Certificazione (RVC) di tipo standardizzato, con un
netto aumento delle RCV a consuntivo.
Uno
strumento incentivante per l'industria e il terziario medio-grande
A parere dell'Autorità, l'aumento
dei titoli emessi a seguito di progetti a consuntivo "è indice della
maturità raggiunta dal meccanismo ed ha permesso di configurare i titoli di
efficienza energetica come uno strumento incentivante imprescindibile nell'ambito
dei settori industriale e del terziario medio-grande".
E le previsioni vedono un sempre
maggiore interesse degli operatori per interventi nei settori più energivori,
stimolati anche dagli obblighi di diagnosi energetiche in capo alle grandi
imprese e alle imprese a forte consumo di energia previsti dal Dlgs 102/14 (per
maggiori informazioni vedi i Riferimenti in basso).
Inoltre, il maggiore ricorso ai
progetti a consuntivo e il limitato utilizzo delle nuove schede tecniche
(analitiche e standardizzate), approvate con il Dm 28 dicembre 2012, porta
l'Autorità a suggerire, per il futuro, "di non definire ulteriori nuove
schede lasciando volutamente spazio alle valutazioni a consuntivo che
permettono una maggiore aderenza ai risparmi energetici effettivamente
conseguiti".
Questo perchè, secondo il
regolatore, il meccanismo dei certificati bianchi, per come è strutturato, deve
limitare "fortemente il rischio di incentivazione di risparmi energetici
calcolati forfettariamente, che è invece proprio di meccanismi nei quali non
è rilevante (o è del tutto assente) la misurazione a priori dei risultati
conseguiti".
I
soggetti accreditati
Dei circa 4.500 operatori
accreditati presso il GSE a dicembre 2014 (compresi i soggetti obbligati), solo
il 22% di essi è stato attivo nella presentazione diretta di RVC o Proposte di
progetto: molte società di servizi energetici (SSE) si accreditano al
meccanismo senza che ciò dipenda da una reale volontà di parteciparvi, almeno
in tempi brevi.
Tuttavia, dall'anno prossimo lo
scenario legato ai soggetti beneficiari è destinato a modificarsi per via di
quanto disposto dal Dlgs 102/2014: a partire dal 19 luglio 2016, le ESCo (o
SSE) e gli Energy manager (siano essi obbligati o volontari), potranno
partecipare al meccanismo dei Certificati Bianchi solo se in possesso di
certificazione, rispettivamente, secondo le norma UNI CEI 11352 e UNI CEI
11339.
Nonostante l'obbligo di
certificazione sia ritenuto dall'Autorità di per sè positivo, non sono da
sottovalutare i possibii effetti "negativi": detti obblighi
richiederanno "a società già attive sul mercato e nell’ambito del
meccanismo una maggiore organizzazione interna e, di conseguenza, un differente
approccio verso i servizi offerti e la propria clientela". E ciò potrebbe
mettere "in difficoltà realtà molto piccole che detengono quote di
mercato magari marginali ma che sono riuscite in questi anni, grazie alle
proprie competenze e alla specializzazione, a diffondere la cultura del
risparmio energetico e a offrire a clienti medio-piccoli (tipicamente in ambito
civile) la possibilità di realizzare interventi di efficienza energetica che,
altrimenti, non sarebbero stati realizzati. Uno degli aspetti innovativi e
vincenti del meccanismo è stato proprio il poter essere utilizzato (e
sviluppato) da soggetti di dimensioni e interessi molto differenti tra loro (è
questo uno degli aspetti “di mercato” dello strumento)". Il regolatore
"ritiene, pertanto, che tale aspetto debba essere preservato".
Trader
e mercato
Nel 2014, la quantità mensile di TEE
in ingresso nei conti proprietà dei distributori è stata inferiore rispetto a
quella complessivamente scambiata, sia sul mercato che attraverso i contratti
bilaterali.
Ciò conferma la rilevante
partecipazione agli scambi da parte dei trader, che acquistano TEE a fini
speculativi o per conto di soggetti obbligati. Ciò è confermato anche dal fatto
che "la quantità totale di TEE scambiata nel periodo compreso tra giugno
2014 e maggio 2015 (pari a circa 9,1 milioni di titoli) è superiore sia all'intero
obiettivo aggiornato (pari a meno di 7,9 milioni di titoli) sia ai titoli
erogati nel medesimo periodo".
Secondo l'Autorità, "ciò non è
di per sé negativo, in quanto è proprio di uno strumento di mercato".
Tuttavia, il regolatore è spinto a porre la massima attenzione su tale fenomeno
per capire se esso possa, in qualche modo, influenzare arbitrariamente il
contributo tariffario totale e, di conseguenza, il costo complessivo del
meccanismo.
L'Autorità tiene, infatti, a
precisare che "rimane inalterata l’intenzione di vigilare su eventuali
comportamenti, quali abuso o manipolazione, funzionali ad alterare in modo
strumentale il normale funzionamento del mercato per trarne profitto
indebitamente, al fine di evitare aumenti strumentali dei prezzi e, di
conseguenza, del costo del meccanismo sulla collettività; ciò potrebbe
concretizzarsi, in futuro, in modifiche alle regole di determinazione del
contributo tariffario (sempre nel rispetto di quanto disposto dalla normativa),
anche se si ritiene – a breve termine – che sia necessario attendere le
prossime scelte ministeriali in merito alle nuove Linee guida".
Difficoltà
nello stimare la disponibilità di TEE
Per quel che riguarda, invece, le
stime sulla disponibilità di TEE per i futuri anni d'obbligo, esse sono
difficili da effettuare, perchè "dipendenti da diverse condizioni
estrinseche, oltre che dalle pure scelte degli operatori. La quantità di
titoli effettivamente emessa nel 2014, per esempio, si è rivelata essere
maggiore (di quasi il 50%) rispetto a quella dello scenario meno conservativo
pubblicato ad aprile dell’anno scorso.
La stessa modifica degli interventi
rendicontati e il crescente peso degli interventi in ambito industriale (e
valutati mediante il metodo a consuntivo) contribuisce a rendere sempre meno
agevole stimare l’afflusso previsto di titoli; ciò naturalmente perché il
crescente peso dei consuntivi (in ideale e progressiva sostituzione dei
progetti valutati con il metodo standardizzato) porta a una maggiore aderenza
dei TEE emessi ai risparmi effettivamente conseguiti, che sono dipendenti da
fattori endogeni, propri della specifica situazione del cliente finale. Come
già evidenziato in questo capitolo, la crisi economica nel settore terziario
e, soprattutto, industriale porta contrazioni della domanda di energia e quindi
dei risparmi attesi". (Nextville.it)
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